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2009-04-11 11:53:34 UTC
da: http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=343067
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Verdone: "Basta pirateria serve una legge durissima"
di Michele Anselmi
Lattore-regista: "Film in rete, e senza bisogno di scaricarli
È una bomba atomica contro lindustria dello spettacolo"
E pensare che nel 2007 ricevette pure un premio dalla Fapav per il suo
impegno contro la pirateria. Oggi, alla vigilia del primo ciak di Io,
loro e Lara, dove fa un prete piuttosto speciale, Carlo Verdone è ben
più scettico di due anni fa sulla possibilità di contrastare il morbo
che viaggia su Internet, tramite "downloading" o direttamente in
streaming.
I magazzini di San Marino ricolmi di dvd taroccati, spesso di pessima
qualità, sono un ricordo. Oggi cè la rete.
«Una bomba atomica», tuona lattore-regista: «Ormai Internet ha ucciso
tutto. Lo sappiamo come funziona. Prendono il video originale, ci
montano laudio italiano, ancora prima che il film americano esca
nelle sale, e il gioco è fatto. La copia è pronta per essere scaricata
all'infinito».
Lui se ne intende. «Tra gli italiani sono il più piratato. Chieda alla
Guardia di Finanza. Come difendersi? Mi sono stufato di fare il
testimonial. Posso girare uno spot, divertente o minaccioso, ma non
serve a niente. Ti fai pure ridere dietro. È la magistratura che deve
intervenire. Serve una legge dura, ma non le fanno». Ci sarebbe il
modello francese. Due avvisi, il primo via mail, il secondo per
lettera raccomandata. Dopo di che, per decisione di unautorità ad
hoc, ci si ritrova scollegati da due a dodici mesi, e in sovrappiù si
continua a pagare labbonamento.
«Sì, ci sarebbe - sorride Verdone -, peccato che la legge proposta da
Sarkozy sia stata appena bocciata dallAssemblea nazionale. Pensi,
anche Costa-Gavras era daccordo con la misura. Intanto da noi è un
disastro. Se la pirateria è il cancro che uccide il cinema, allora
perché nessuno fa niente? Perché il governo non elabora una legge
severa?». Verdone ormai è scatenato. «Sono danni industriali per
milioni di euro, significa fare meno film, chiudere i negozi, i
Blockbuster. Non è pensabile che la rete abbia tutta questo potere.
Ecco, lo dico, noi non possiamo fare niente se non interviene Obama.
Deve muoversi l'America».
Anche per Verdone manca la percezione del reato, specie tra i più
giovani. «La percezione è questa: Faccio come caz... me pare. Io
sono contro. Uno dice: i figli. Ma io i miei li ho educati bene. Vanno
al cinema o comprano i dvd. Guardi, non è solo una questione di soldi,
che certo incide, centra anche la cultura». Domandiamo: e lei, mai
scaricato nulla? «Inutile essere ipocriti. Pure io ho scaricato
illegalmente, ma solo file musicali introvabili. Non scarico la musica
che deve uscire, compro il cd, mi piace loggetto. I film men che
meno. Cercavo Amore tossico di Caligari. Stava in rete, ma ho
resistito». Bravo, però intorno a lei... «Se non si corre ai ripari
chiudiamo baracca e burattini. Ne vuole sapere una? Ero a San
Pietroburgo per girare Italians, si avvicina una ragazza russa e mi
ringrazia. Ho imparato litaliano vedendo i suoi film, dice. E io:
Grazie, dove li ha visti?. Lei: «Sono in rete. Cera tutta la mia
vita professionale spiattellata lì, illegalmente, in quel sito russo.
Una pena infinita».
**
Ma il discorso vale tale e quale per il mondo della musica già da anni
vittima di scaricamenti selvaggi ed indiscriminati che non portano
alcun introito agli operatori (dal più umile ai dirigenti) del settore
di appartenenza, e che hanno minato alla radice l'intero sistema.
--
Aliis alia placent
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Verdone: "Basta pirateria serve una legge durissima"
di Michele Anselmi
Lattore-regista: "Film in rete, e senza bisogno di scaricarli
È una bomba atomica contro lindustria dello spettacolo"
E pensare che nel 2007 ricevette pure un premio dalla Fapav per il suo
impegno contro la pirateria. Oggi, alla vigilia del primo ciak di Io,
loro e Lara, dove fa un prete piuttosto speciale, Carlo Verdone è ben
più scettico di due anni fa sulla possibilità di contrastare il morbo
che viaggia su Internet, tramite "downloading" o direttamente in
streaming.
I magazzini di San Marino ricolmi di dvd taroccati, spesso di pessima
qualità, sono un ricordo. Oggi cè la rete.
«Una bomba atomica», tuona lattore-regista: «Ormai Internet ha ucciso
tutto. Lo sappiamo come funziona. Prendono il video originale, ci
montano laudio italiano, ancora prima che il film americano esca
nelle sale, e il gioco è fatto. La copia è pronta per essere scaricata
all'infinito».
Lui se ne intende. «Tra gli italiani sono il più piratato. Chieda alla
Guardia di Finanza. Come difendersi? Mi sono stufato di fare il
testimonial. Posso girare uno spot, divertente o minaccioso, ma non
serve a niente. Ti fai pure ridere dietro. È la magistratura che deve
intervenire. Serve una legge dura, ma non le fanno». Ci sarebbe il
modello francese. Due avvisi, il primo via mail, il secondo per
lettera raccomandata. Dopo di che, per decisione di unautorità ad
hoc, ci si ritrova scollegati da due a dodici mesi, e in sovrappiù si
continua a pagare labbonamento.
«Sì, ci sarebbe - sorride Verdone -, peccato che la legge proposta da
Sarkozy sia stata appena bocciata dallAssemblea nazionale. Pensi,
anche Costa-Gavras era daccordo con la misura. Intanto da noi è un
disastro. Se la pirateria è il cancro che uccide il cinema, allora
perché nessuno fa niente? Perché il governo non elabora una legge
severa?». Verdone ormai è scatenato. «Sono danni industriali per
milioni di euro, significa fare meno film, chiudere i negozi, i
Blockbuster. Non è pensabile che la rete abbia tutta questo potere.
Ecco, lo dico, noi non possiamo fare niente se non interviene Obama.
Deve muoversi l'America».
Anche per Verdone manca la percezione del reato, specie tra i più
giovani. «La percezione è questa: Faccio come caz... me pare. Io
sono contro. Uno dice: i figli. Ma io i miei li ho educati bene. Vanno
al cinema o comprano i dvd. Guardi, non è solo una questione di soldi,
che certo incide, centra anche la cultura». Domandiamo: e lei, mai
scaricato nulla? «Inutile essere ipocriti. Pure io ho scaricato
illegalmente, ma solo file musicali introvabili. Non scarico la musica
che deve uscire, compro il cd, mi piace loggetto. I film men che
meno. Cercavo Amore tossico di Caligari. Stava in rete, ma ho
resistito». Bravo, però intorno a lei... «Se non si corre ai ripari
chiudiamo baracca e burattini. Ne vuole sapere una? Ero a San
Pietroburgo per girare Italians, si avvicina una ragazza russa e mi
ringrazia. Ho imparato litaliano vedendo i suoi film, dice. E io:
Grazie, dove li ha visti?. Lei: «Sono in rete. Cera tutta la mia
vita professionale spiattellata lì, illegalmente, in quel sito russo.
Una pena infinita».
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Ma il discorso vale tale e quale per il mondo della musica già da anni
vittima di scaricamenti selvaggi ed indiscriminati che non portano
alcun introito agli operatori (dal più umile ai dirigenti) del settore
di appartenenza, e che hanno minato alla radice l'intero sistema.
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Aliis alia placent
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